Stroncato da infezione in ospedale. La famiglia chiede due milioni di euro

Foligno (Perugia), 1 giugno 2019 - Morì al Santa Maria della Misericordia a Perugia a 64 anni, dopo mesi di ricoveri e dimissioni nell’ospedale di Foligno, per una setticemia diffusa da stafilococco aureo. E adesso la famiglia di Felice Eutizi - assistita dall’avvocato Gennaro Esibizione - chiede all’Asl 2 un risarcimento di due milioni di euro. Dopo che il gip di Spoleto, Federica Fortunati, ha archiviato l’indagine a carico di sette medici del Giovanni Battista. «Considerando - scrive il pm Vincenzo Ferrigno nella richiesta di archiviazione - che gli stessi periti hanno precisato che l’infezione che ha dato poi origine alla stafilococcemia ha portato al decesso del signor Eutizi è certamente di origine ospedaliera ma che tuttavia non è stato possibile accertarne il focolaio primitivo (con le evidenti conseguenze in ambito penale)». «La vicenda - conclude Ferrigno - assume eventualmente rilevanza civilistica».

L’avvocato Esibizione, già prima dell’archiviazione, aveva citato l’Asl davanti al tribunale civile di Terni: il processo partirà a novembre prossimo.

Il legale ritiene in particolare «la sussistenza di una responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, ove i medici erano organicamente inseriti, per infezione nosocomiale , così come accertata dai ctu, anche in sede di incidente probatorio penale». Gli esperti del giudice avevano infatti evidenziato una «grave insufficienza multiorgano» causata da un’infezione certamente contratta in ambito ospedaliero. Secondo i periti del giudice - Buscemi e Tavio - la «sepsi da staphylococcus aureus resistente alla meticillina» è «di pertinenza nosocomiale».

«Trattasi di evento del tutto prevedibile in quanto si tratta di una delle complicanze più spesso osservate nel paziente ospedalizzato e che necessita della massima attenzione preventiva da parte di una struttura sanitaria attraverso misure adeguate a garantire la sterilità degli ambienti, del personale e delle attrezzature che debbono essere sottoposte a costante e continuo monitoraggio di tutte le componenti».

Adesso la decisione spetta al giudice Angelica Capotosto che ha fissato la prima udienza al prossimo 6 novembre. «Il dolore della famiglia, si traduce in una richiesta di giustizia per il povero Felice, che, a Foligno, tutti conoscevano con il simpatico nomignolo di Feliciano, scomparso troppo repentinamente», spiega l’avvocato Esibizione chiedendo l’accertamento di tutte le gravi inadempienze e/o omissioni poste in essere dai sanitari dell’ospedale di Foligno, che ebbero in cura il paziente sin dal mese di luglio 2016 e fino al novembre 2016, data della morte, nonché della grave infezione nosocomiale contratta nelle aree ospedaliere».

APRI L'ARTICOLO >>

Erika Pontini - La Nazione - 1 giugno 2019