La paziente morì, Morabito a giudizio

PESARO Il direttore di Neurochirurgia di Marche Nord Letterio Morabito è stato rinviato a giudizio con l’imputazione di omicidio colposo.

Il caso riguarda la morte nel 2013 della paziente Nadia Nicoletta Bolletta, 38enne di Cingoli, in provincia di Macerata, moglie e madre, che fu operata al trigemino. Intanto via al maxi risarcimento da 1,5 milioni di euro.

L’accusa del pm

Secondo l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Fabrizio Giovanni Narbone l’intervento sarebbe stato controindicato per i rischi connessi a una patologia neurodegenerativa, la Mngie (Encefalomiopatia neurogastrointestinale mitocondriale) di cui la donna soffriva. Dopo l’intervento era sopravvenuta una complicanza, la donna è morta per ipertensione endocranica, come stabilito dall’autopsia. In pratica la pressione all’interno del cervello sarebbe cresciuta fino a farla entrare in coma. Da quel momento l’interesse dei familiari fu quello di capire se Nadia potesse essere operata anche e soprattutto in relazione alla malattia degenerativa di cui soffriva. Sospettando che ci fosse stata negligenza da parte dello staff medico, avevano denunciato tutto alla procura della Repubblica di Pesaro.

Ieri mattina il giudice per l’udienza preliminare Francesco Messina ha accolto la richiesta del pm che, nell’attribuire responsabilità penali al primario, si è basato sulle conclusioni di un consulente. Il processo inizierà il 10 aprile di fronte al Tribunale monocratico.

La difesa di Morabito, rappresentata dagli avvocati Paolo Biancofiore e Roberto Brunelli, aveva chiesto il non luogo a procedere sostenendo che non ci fosse alcuna controindicazione all’intervento per la pregressa Mngie. La donna soffriva di una grave nevralgia del trigemino che le rendeva la vita impossibile perché i potenti analgesici che con il tempo aveva assunto non facevano più effetto. Secondo la difesa, l’intervento consisteva nel distacco fisico di una vena che premeva sul trigemino con un’azione meccanica provocando il forte dolore.

Il coniuge di Nadia, la figlia minore, i fratelli e i genitori, sono stati tutti assistiti dall’avvocato Gennaro Esibizione, del foro di Perugia, specializzato nel ramo della responsabilità medico sanitaria.

«Abbiamo dato voce al dolore incolmabile dei familiari di Nadia Nicoletta Bolletta, in quanto siamo riusciti a concludere un’ardua trattativa per un risarcimento da un milione e mezzo di euro con il responsabile civile dell’azienda ospedaliera ospedali riunti Marche Nord - spiega l’avvocato Esibizione - Parliamo di un gravissimo danno sofferto da tutti i familiari della vittima e il risarcimento milionario non potrà comunque mai ristorare la perdita da questi subita».

L’avvocato della famiglia

«Il pm Narbone - rileva l’avvocato Esibizione - aveva fatto disporre numerose perizie medico legali, tutte convergenti nell’evidenziare una condotta colposa del primario Morabito, il quale, come si legge dagli atti di causa “aveva messo in atto un intervento sulle cui indicazioni esistono perplessità in rapporto ai rischi e per aver proceduto, in sede di intervento di microdecompressione vascolare del trigemino, alla sezione della vena Dandy, non avendo proceduto alla separazione della vena dal nervo».

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Luigi Benelli
Il Corriere Adriatico - 7 febbraio 2018